giovedì 27 dicembre 2007

Tolstòj, Guerra e pace


tolstoj
"tutte queste cause - miliardi di cause - dovettero concomitare per produrre ciò che avvenne. E di conseguenza, nulla fu causa unica ed esclusiva dell'avvenimento, ma l'avvenimento si compì unicamente perché doveva compiersi"



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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso essere franco e dire la mia in modo ancora piu' diretto ? Guerra e Pace é una cagata pazzesca e Tolstoj non merita neppure di cambiare le cartucce alla stilografica di Dostoievskij !

Anonimo ha detto...

Senza essere così drastico, devo dire anch'io che, mentre quando leggo Dostoevskij non riesco a smettere, Tolstoj lo trovo alquanto pesante. Ho letto diverse volte Delitto e castigo. Sono alle prese da mesi con Anna Karenina e non l'ho ancora finito.
Una cosa però ha di insuperabile il Tolstoj: dipinge le scene come nessuno. E' un pittore della parola.

Anonimo ha detto...

Cara Fra,la fiction faceva veramente cacare...grande delusione!

Anonimo ha detto...

tutto sommato, Guerra e Pace non è male, lo trovo romantico anche se esasperatamente lento. mi piace quell'attenzione al particolare che disegna il personaggio ma applicato ad un intero libro di circa 600 personaggi... -.-'

Anonimo ha detto...

Definire Guerra e pace una cacata qualifica solamente l'autore di questa stessa definizione. La scrittura va guardata il più possibile al di là delle idee: non si può essere sempre tutti d'accordo sia con Dostoevskij sia con Tolstoj. Il modo di rappresentare la realtà di quest'ultimo ha semplicemente cambiato la storia del romanzo; e se la sua fede non coincide con la mia me ne sbatto altamente. Per avere un'idea di questa scrittura plastica che ha avuto secondo me solo un paio di "parenti", cioè Flaubert e soprattutto Maupassant, rimando a un bellissimo brano di T. Mann che descrive il rapporto tra gli scrittori della Natura (Goethe e Tolstoj) e quelli dello Spirito (Schiller e Dostoevskij, appunto). Che me ne fraga se Tolstoj è classista, bigotto o altro? Mi basta vedere come guerda e costruisce il mondo con il linguaggio per capire che comunque sia il suo occhio è profondo e analitico: mi scappello. Altrimenti di questo passo rischiamo di dare della cacata anche alla Divina commedia. L'anonimo delle cacate.