mercoledì 3 settembre 2008

Roth, everyman


"La vecchiaia non è una battaglia: la vecchiaia è un massacro"





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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi associo in toto al tuo entusiasmo per Everyman che ho letto in una notte un paio di mesi fa. E' angosciante e consolatorio allo stesso tempo. Le ragioni dell'angoscia le hai spiegate tu molto bene. Quelle della consolazione sono nel fatto che nonostante tutto il protagonista preferisce andare avanti, é attaccato alla vita, alle sue illusioni ed alle (forse poche) cose che ancora puo' dare.
Penso che sarà molto difficile che "Everyman" venga scalzato dal provvisorio primo gradino del podio del "Libro d'oro" 2008...

Anonimo ha detto...

e allora posso dire io una cosa su questo libro, che mi è piaciuto ma non entusiasmato?
il protagonista mi è visceralmente antipatico, e i suoi problemi mi sembrano quelli tipici di un borghese egoista e benpensante, incapace di amare ma anche di starsene da solo, che non da nulla e pretende molto.
a me non è la vecchiaia in se che mi fa paura, mi spaventa la malattia e il dolore, quello fisico non quello esistenziale.
e poi una cosa che non farò mai se diventerò un vecchio pensionato è andare a vivere in un posto dove ci sono solo vecchi pensionati che aspettano la morte, per forza che uno poi si deprime.
vorrei aggiungere una riflessione filosofica, si dice che la vecchiaia è brutta perché senti la morte vicina. ma la morte è sempre vicina a noi a prescindere dall'età, è li che ti alita sul collo sin dall'età di sei anni, quando ti rendi conto per la prima volta che non sei un essere immortale.

Anonimo ha detto...

Quanti protagonisti antipatici in libri entusiasmanti ? Uno su tutti, il Capitano Achab.

Unknown ha detto...

condivido completamente il giudizio di matteo